Origine della coltivazione del cacao

Il cacao è coltivato da almeno 3000 anni, probabilmente anche prima di tale data. Certamente l'addomesticazione della pianta è successiva all'uso dei semi raccolti direttamente dagli alberi selvatici, la conferma ci è data dalla scoperta di piantagioni spontanee avvenute anche recentemente in Bolivia nella parte meridionale dell'alto bacino amazzonico, area considerata originaria della pianta di cacao. E' molto probabile che inizialmente alcuni alberi di cacao furono piantati all'interno della foresta pluviale equatoriale Lacadonica, collocata anticamente nel centro della penisola yucategna e ora scomparsa, insieme alla coltivazione di altre piante selvatiche. Le prime zone di crescita intensiva di piante addomesticate di cacao furono le aree subito in prossimità della foresta dove si potevano ricreare le condizioni ottimali di impollinazione delle inflorescenze: ovvero un largo ombrello protettivo formato dalle foglie di alberi di alto fusto come gli alberi della gomma o simili così che l'uomo ricostruiva l'abitato spontaneo presente nella foresta.
Gli stessi "cenotes" una volta terminata la loro funzione di serbatoi d'acqua dolce potevano benissimo essere utilizzati a tale scopo.
La scoperta di semi e fossili di alberi di cacao in queste aree ha portato gli archeologi a ritenere che questi piccoli appezzamenti di terreno fossero dei veri e propri giardini botanici.
Sono certamente gli Olmechi (1500 a.c.) ad iniziare la selezione (cultivar) delle coltivazione spontanee per garantirsi l'approvvigionamento di piante commestibili e di cibo oltre che di "valori di scambio" rappresentato proprio dai semi di cacao necessari per commercializzare con le popolazioni vicine a loro volta produttori di altri beni di largo consumo o utilizzo (cotone, ossidiana, sale, giada ecc).